Vi abbraccio

Ho sorriso poco fa nel rileggere il mio ultimo post. Tra poche ore, meno di due, andrò ai colloqui di fine anno della prima elementare. No, non è stato un percorso privo di ostacoli, no, non è andato tutto, proprio tutto, come speravo. Nelle parole che ho scritto a settembre cercavo tranquillità più per me che per i miei figli, temendo che ciò che in realtà sospettavo da tempo si sarebbe palesato come vera verità.

Sembra la storia della profezia che si autoavvera ed in parte forse è andata proprio così.

Vi abbraccio.

 

Eccomi

Riprendo a scrivere. Dopo una pausa lunga una vita. Non perché di cose non ne siano successe, ma perché i tempi, le persone e le situazioni cambiano e si evolvono. Ho lasciato in un limbo questa parte della mia vita, senza un motivo preciso.

Poi stamani la voglia di scrivere e di condividere. Senza sapere nemmeno io chiaramente cosa andare a scrivere. Lorenzo e Leonardo crescono, l’estate è stata un periodo splendido durante il quale ci siamo fermati a scrutarci e a capirci, a prepararsi a questo immenso salto che abbiamo compiuto il 15 settembre: andare alla scuola dei grandi, armati e vestiti da grandi.

E vederli andare, entrare in classe e sedersi per me è stata una grande emozione: spero che sia l’inizio di un viaggio sereno, da vivere con semplicità. E con la consapevolezza che ci sarà sempre qualcuno a sostenerli. Qualsiasi cosa succeda.

 

A scuola: insieme o separati?

Bene, oggi si aprono le iscrizioni alla scuola primaria.

Cosa farete voi mamme di gemelli che siete nella mia stessa situazione? 

Per me separarli, soluzione che sembra fortemente consigliata, ma se volete un parere contrastante leggete qui, significa iscriverne uno al tempo pieno e l’altro ai moduli, se voglio restare nella scuola a tre passi da casa (considerate la comodità!). Cosa però che non mi piace. Ci pensate, solo per un attimo, al bambino che tutti i giorni uscirà alle 16.30 ne l’altro che invece tre volte la settimana sarà a pranzo a casa? E non parliamo dei compiti che il secondo avrà da fare rispetto al primo.

La divisione potrebbe avvenire spostando uno dei due nella scuola di un paese vicino. Vicino certo, ma pur sempre altro ‘luogo’, altro gruppo di amici, altro contesto.

Insomma, sono giorni di grossi grattacapi, valutazioni dal punto di vista educativo, organizzativo ed emotivo… Ci pensate il primo giorno di scuola se fossero in due plessi separati?

Vi chiedo davvero un consiglio e una valutazione da parte di tutti coloro che ci sono passati e da chi come me si sta approcciando a questa scelta.

Grazie mille,

Lorenza

Tutto questo non ha prezzo

Sono stata in ferie come si fa a scuola. Dalla vigilia di Natale a ieri. Ho fatto la mamma a tutto tondo, intendendo così anche i chili in più che ho preso in queste settimane. Sono a lavoro stamani con la sensazione di essermi goduta completamente i momenti con loro. Abbiamo fatto tante cose, molte delle quali ritenevo di essere completamente negata.

Abbiamo invitato compagni di scuola a casa a giocare con noi, fatto le brioche alla cioccolata, i biscotti per Babbo Natale e le renne, andati in bicicletta e giocato a calcio, fatto passeggiate e pattinato (su strada e su rotelle, era dal 1994 che non mi rimettevo un paio di pattini ai piedi), preparato i crostini per l’ultimo dell’anno e cucinato insieme, pulito casa e colorato, fatto gite fuori porta.

Fare la mamma è una figata. Un percorso di crescita costante, in cui i figli sono guida e stimolo a superare i propri limiti. E se ho fatto i biscotti io, potete crederci!

PS: in questi giorni di vacanza ho anche – naturalmente – brontolato, elargito punizioni e compagnia bella. Ma la mattina svegliarmi (tardi) nel lettone con i loro quattro occhioni… tutto questo davvero non ha prezzo.

 

Strane concentrazioni

Allora, non vi tedierò più con i racconti delle giornate noiose passate con i miei suoceri. Sappiate che abbiamo trascorso sabato e domenica nella ridente cittadina umbra dove mio marito ha visto la luce.

Sì, c’erano anche i miei suoceri, ma diventerei ripetitiva. Vi dovrei dire di quanto sono poco socievoli, loquaci, collaborativi, inclusivi, aperti a punti di vista diversi, flessibili. Insomma due portatori sani di sindrome di produzione di orchite tra le persone che entrano in contatto con loro.

Comunque, eravamo nella ridente cittadina umbra per un motivo: un battesimo. Ragazze umbre, state attente se la concentrazione di gemelli è così alta come nel campione che ho avuto sotto gli occhi durante il pranzo di domenica, siete messe veramente male. Nell’ordine:

  • le festeggiate:
    • due gemelline di 4 mesi e mezzo
  • tra gli invitati:
    • Lorenzo e Leonardo, 5 anni
    • coppia di gemelli maschio e femmina, di circa 2 anni e mezzo
    • una signora incinta di due gemelli

In bocca al lupo!

Calcio, calcio e ancora calcio

Ok, siamo nella fase calcio, calcio, calcio e ancora calcio. 

A cosa giochiamo? a calcio

Cosa guardiamo in tv? una partita di calcio

Vabbé, con un babbo come il loro non potevo chiedere che questa cosa non succedesse.

devo solo aspettare che passi vero?

Due settimane

In quasi due settimane di scuola, li ho accompagnati una volta, giusto il primo giorno.

Siamo alla seconda settimana di allenamenti e sono riuscita a vederli soltanto una volta. Gli ultimi dieci minuti per poi accompagnarli sotto la doccia e riportarli a casa.

Tempo tiranno. Anche se fossi doppia non riuscirei a fare tutto, ma quando mi fermo e faccio un bilancio di questo genere, mi sembra di essere una figura di passaggio nelle loro giornate piuttosto che la loro mamma, figura di riferimento. Invidio un po’ chi può e decide di stare a casa e fare la mamma a tempo pieno sapendo perfettamente che io non potrei farlo. Per necessità, per indole e per scelta.

La sensazione del tempo che passa e in alcuni momento vorrei davvero trovare il bottone che permette di fermare tutto un attimo. Per starmene tranquilla con loro distesa nel lettone o nel divano a giocare a “forbici, sasso, carta”. Per guardare le nuvole e portare fuori il cane dei nonni.

Desideri tutti miei, certo.  Ma difficile da circoscrivere e buttare alle spalle. Soprattutto in queste settimane frenetiche, in cui la scuola ricomincia la mattina si corre, la sera siamo stanchi. Tutti.

Sono in classi separate. Due gruppi misti di bambini di 5 e 3 anni e noi percepiamo una grande serenità. Credevo che uno dei due, in particolare Leonardo, visto che è stato spostato insieme ad un piccolo gruppo di compagni in una nuova classe, potesse magari risentirne, ma per il momento sembra andare tutto liscio.

Chissà come si comportano, è il mio pensiero quotidiano.

E poi è iniziata la scuola calcio, nel paese vicino al nostro. Una nuova esperienza e un nuovo gruppo di compagni. Momenti in cui tutto scorre con facilità.

 

 

In alcuni momenti

In alcuni momenti mi prende lo sconforto, lo devo confessare. Siamo alla soglia dei cinque anni e la loro vivacità, la loro mancanza di rispetto delle regole e la loro fisicità ancora sono incontenibili. Mi prende lo sconforto, badate bene, non perché io sia stanca di tutto questo, ma perché ciò che ruota attorno a noi lo rimarca, lo sottolinea lo stempera.Lo so, lo so da tempo oramai che Lorenzo e Leonardo sono due vulcani di energia ed insieme diventano incontenibili ed in alcuni momenti gestirli può diventare davvero un’impresa ardua.

E quando ciò che ruota attorno a noi vede solo il negativo che c’è in loro, conseguentemente entro in crisi imputandomi colpe di qualsiasi tipo: non sono un brava mamma, non li so educare, sono una fallita, dove ho sbagliato, forse sto troppo poco tempo con loro. La spirale diventa sempre più vorticosa fino a che non ne vengo completamente risucchiata. Il malessere che ne segue è facile da immaginare, ma la responsabilità è mia: non sono una brava educatrice.

Credevo che educare significasse trasferire un comportamento, in realtà si professa ai mulini a vento fintanto che loro non si appropriano di concetti, parole e comportamenti. Io non so quanto tempo ci vorrà. Vorrei che capissero e che cambiassero cosicché anche ciò che ruota attorno a noi smettesse di etichettarli. Spesso sono gli altri che ci confezionano un vestito, alcune volte è molto difficile poi toglierselo di dosso. In questa battaglia contro ciò che ruota attorno a noi, io perdo.

Ma non è la sconfitta che mi logora, è la tranquillità dei miei figli, il loro futuro e la loro identità.

Questa estate non è proprio come l’avevamo programmata

Questa estate non è proprio come l’avevamo programmata. Ho cambiato lavoro, all’improvviso nell’arco di 48 ore. Il mese di ferie ad agosto è saltato, ma non mi posso lamentare per come sono andate le cose, visti i tempi e considerando tante situazioni.

Ancora non abbiamo fissato le ferie, ci faremo però una settimana risicata risicata all’inizio di agosto, sperando che sia l’ultimo anno in cui andremo in ferie ad agosto.

Lorenzo e Leonardo questa settimana sono al mare con i miei genitori. Tra un paio di mesi compiranno cinque anni ed è la prima volta che fanno un’esperienza come questa. In realtà è più un’esperienza per me che per loro.

Sono tranquilli, tranquillissimi. Non chiedono di noi, non soffrono la lontananza da mamma e babbo. Sono sereni e, come al solito, pieni di energia. Fin troppa, finché ce n’è.

Mio babbo mi invia foto e video su whatsapp: loro che fanno il bagno, che giocano e ballano. Mia mamma mi racconta la loro vivacità e la loro attrazione verso le ragazzine olandesi.

Io a casa prendo fiato, anche se, lo ammetto, mi mancano incredibilmente tanto.

 

E poi arriva

E poi arriva. La fine di un altro anno scolastico. In un anno denso di nuove esperienze e nuovi orizzonti per me. Un anno in cui sono cresciuti, siamo cresciuti molto, tutti e quattro in famiglia.

Loro due, profondamente diversi e desiderosi di essere uguali, pronti e orientati alla competizione. Noi dall’altra parte a dosare lusinghe e complimenti, per evitare gelosie, scontri fratricidi. Parole sussurrate nelle orecchie: ” Se tuo fratello riesce meglio a fare questa cosa, non ti devi arrabbiare… Pensa a quanto sei bravo ad andare in bici, a scrivere le letterine e i numeri…”  e una boccuccia con i denti color latte risponde: “Mamma mi abbracci?”

Certo, cuore mio, ti abbraccio ora e lo farei almeno per altri cento anni.

Il prossimo anno, l’ultimo della scuola dell’infanzia, Lorenzo e Leonardo saranno in classi separate.

Una nuova e importante esperienza. Ci credo molto e sono convinta che farà bene ad entrambi.